CRITERI
PER LE DEFINIZIONI DI RETICOLO IDROGRAFICO, CORSO D’ACQUA E CORSO D’ACQUA
PUBBLICO NEL CONTESTO DI UN PIANO DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE
Viene delineato un percorso per la migliore
specificazione dei corsi d’acqua pubblici nel contesto della pianificazione di
bacino.
Il primo problema da affrontare è quello del
reticolo idrografico da utilizzare. Infatti, l’accuratezza con cui viene
rappresentato il reticolo idrografico implica sempre un certo margine di
soggettività. Questo fatto dipende principalmente
1) dagli elementi che si vogliono considerare
(perenni, intermittenti, effimeri)
2) dalla scala della carta topografica che viene
utilizzata per il rilievo.
Il metodo che viene generalmente utilizzato è quello
di riportare le linee, corrispondenti alle acque, della carta topografica di
riferimento. Tuttavia, in funzione degli obiettivi che ci si pone, si può
stabilire di aggiungere elementi derivati dalla forma delle curve di livello,
da foto aeree, immagini da satellite all’infrarosso, immagini radar o da
sopralluoghi sul terreno.
Dato, quindi, che generalmente non vi sono
obiettivi, metodi e scale di riferimento univoche, diventa importante indicare
questi tre fattori per valutare il grado di dettaglio del reticolo scelto.
Nel caso in questione della definizione di corso
d’acqua pubblico, l’obiettivo generale è quello di rendere congruenti e
conseguenti fra loro alcuni strumenti, creati con scopi diversi:
1) lo strato informativo del reticolo idrografico,
in fase di definizione da parte della Regione Liguria
2) la tavola del reticolo idrografico del Piano di
bacino ai fini delle valutazioni geomorfiche quantitative
3) il reticolo idrografico dei segmenti non effimeri
ai quali assegnare la dignità di “corso d’acqua” ai sensi della legge 183/89 ed
ai fini di maggiore chiarezza rispetto ai RD 523/1904 e 1775/1933
4) la tavola dei corsi d’acqua pubblici ai sensi del
DPR 24.2.1979
Per ciò che riguarda la scala viene utilizzata
quella di 1:10000 come indicato nelle raccomandazioni della Regione Liguria per
i bacini di rilievo regionale.
Per quanto concerne, infine, al metodo, si
suggerisce il seguente percorso:
Viene
disegnato il reticolo idrografico, ricavandolo dalla tavola degli studi propedeutici e
adattandolo alla carta numerica regionale (disponibile su supporto magnetico e
quindi adatta ad “uscite grafiche” di buona qualità).
Il reticolo idrografico che si ottiene può essere un
sottoinsieme di quello realizzato per il SINA, come concordato con gli uffici
regionali, così da appoggiarne i dati a codifiche già eseguite.
I segmenti fluviali in più, relativi al piano di
bacino, individuati in numero maggiore e derivanti dal confronto dei reticoli
indicati, saranno comunicati alla regione per l’integrazione.
Successivamente si riporta la gerarchizzazione
eseguita negli studi propedeutici con il metodo di Strahler, con le opportune
correzioni per eventuali errori dell’operatore.
Si ottiene così la tavola del reticolo idrografico e
della gerarchizzazione di Strahler da cui potranno essere ricavati i parametri
geomorfici e successivamente la stima del trasporto solido.
Qindi, se si ritiene di non considerare corsi
d’acqua quelli aventi caratteristiche di effimerità, e non disponendo di misure
idrometriche dirette
si possono eliminare le aste di ordine 1, o di ordine correlato a
quello del bacino (ad es., ordine del bacino/5 oppure ordine del bacino (meno)
3) assumendo che siano prive d’acqua per buona parte dell’anno.
In alternativa si possono
escludere i segmenti che sulla mappa catastale o non risultano, o sono indicati
come fossi che attraversano, o che costeggiano una particella o che dividono
due particelle.
Infine, si
evidenziano l’asta principale, gli affluenti e i subaffluenti (o quelli che
per il V elenco vengono considerati corsi d’acqua pubblici).
Il reticolo idrografico con evidenziati i corsi
d’acqua pubblici, costituirà un’unica tavola, per maggiore chiarezza, che verrà
chiamata Carta del reticolo idrografico e
dei corsi d’acqua pubblici